mercoledì 1 dicembre 2010

Un addio

Immagini sulla musica degli Ex.Wave
Sono rimasto qui non so quanto, sotto casa tua, in macchina, non avevo la forza di ripartire, come se continuare ad aspettare volesse dire strappare ancora qualche momento della nostra storia.
Ho aspettato, ad occhi chiusi, con la testa piegata in avanti e le mani giunte, portandomi spesso le dita sugli occhi come a voler scongiurare le lacrime.
Ho aspettato di sentire nuovamente la porta della macchina sbattere, il cancello e il portone chiudersi. Tre suoni, come quelli di un arbitro impietoso che mette fine alla mia sconfitta.
Ho aspettato, mentre Apri gli occhi degli Ex.Wave andava in sottofondo, una potente melodia di viola e pianoforte, perfetta colonna sonora allo scorrere delle immagini di una storia d’amore, ma altrettanto perfetta per ricordare momenti che non saranno più e sognare sorrisi di una complicità finita.
Ho aspettato per poterti dire le cose che nell’attimo prima dell’addio sono rimaste bloccate, intrappolate nell’ingorgo delle infinite parole in un solo momento. E’ difficile che tu possa averle lette nei miei occhi, nello sguardo veloce e imbarazzato che mi hai dedicato prima di sbattere lo sportello, come se in quel momento fosse più facile fuggire che sostenerne il significato.
Ho aspettato. Invano.
Adesso non c’è più tempo per sognare, parlare, fare silenzio o semplicemente per averti accanto. Resta solo il tempo negato.

Adesso solo il buio della mia stanza conosce quelle parole.

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