Carrisi, dopo che con i
suoi precedenti romanzi thriller, “Il suggeritore” e “Il
tribunale delle anime”, ha
meritato il titolo di “maestro del brivido” si concedete
il gusto di raccontare, nel senso che si regala una narrazione di
contenuto fantastico o realistico di minore estensione rispetto al
romanzo, come un vero e proprio aedo della tradizione orale di un
tempo.
Di più, scrive il
Racconto dei racconti.
Riprende una delle sue prime commedie scritte per il Gruppo Teatrale Vivarte, musicata dal suo socio Vito Lo Re, “Il fumo di Guzman”, e inizia ad innestare una serie di racconti con collegamenti semplici ma efficaci nella narrazione.
Riprende una delle sue prime commedie scritte per il Gruppo Teatrale Vivarte, musicata dal suo socio Vito Lo Re, “Il fumo di Guzman”, e inizia ad innestare una serie di racconti con collegamenti semplici ma efficaci nella narrazione.
Il fronte dolomitico del Monte Fumo |
Il prigioniero inizia la
confessione legandola alla risposta a tre interrogativi: chi è
Guzman? chi sono io? chi era l’uomo che fumava sul ponte del
Titanic che stava affondando?
Sulla scia del fumo di
Guzman iniziano racconti di storie che ci portano in tempi lontani e
in paesi diversi, dall’ermafrodita Madam Li alla affascinante
signora Eva Mòlnar, da «i fumi di sapone nei cieli di Marsiglia»
alle «montagne cantanti della Cina».
L'unico filo conduttore è l'amore, per una donna, per la montagna, per il fumo e per il raccontare.
Il medico, che riesce a trarre poesia e narrazione anche dalle ultime parole che i suoi commilitoni prima di spirare, si ritrova così a far parte della trama dei racconti, con la sua storia d'amore nata grazie alla dedizione di una infermiera che lo conquista con 26 fiori di carta, recitanti opere di Shakespeare, Ariosto e Leopardi, e lo lascia con un unico pezzo di carta recapitata in ritardo di sei mesi al fronte.
L'unico filo conduttore è l'amore, per una donna, per la montagna, per il fumo e per il raccontare.
Il medico, che riesce a trarre poesia e narrazione anche dalle ultime parole che i suoi commilitoni prima di spirare, si ritrova così a far parte della trama dei racconti, con la sua storia d'amore nata grazie alla dedizione di una infermiera che lo conquista con 26 fiori di carta, recitanti opere di Shakespeare, Ariosto e Leopardi, e lo lascia con un unico pezzo di carta recapitata in ritardo di sei mesi al fronte.
Ma perché lui? Semplice,
è il suo compleanno! Beh, dai una semplice coincidenza di tempo...
No.
Allora perché il
Titanic? Ancora più semplice... è affondato due anni prima proprio
quella notte, tra il 14 e il 15 Aprile del 1912!
Uno dei tanti lacci di fumo con cui Carrisi collega
i suoi racconti, una trama che sembra essere finalizzata a spiegare
ad una misteriosa donna il fallimento dei suoi più grandi amori di
un tempo e di aiutare il medico a superare la fine della sua
relazione.
Veramente una bella
narrazione, parole che sembra di ascoltare invece che leggere, un bel
gioco tra realtà e fantasia, che lascia a chi gira l'ultima pagina
la voglia di capire cosa ci sia di vero, anche se, come l'autore fa
recitare al medico,«La
verità non fa per me. Però mi piace immaginarla.»
«...l'unico
modo per evadere la realtà è morire»
Edizioni Longanesi, 2012,
pagg. 169, 11,60 €
Nessun commento:
Posta un commento